Treno di Trlby (e un pò di consigli per farlo volare)
(pubblicato sul n. 3-4 vol. 10, 1994 diCervi Volanti, 20
luglio 1986)
Autore: Piersavino Palmiotto
Premessa:
Questo articolo deriva da una richiesta di un neofita (Gianni Bariselli) che vedendo
gli ultimi miei due treni di TRLBY mi ha chiesto il progetto, e per questo lo ringrazio,
perché mi ha spinto a scrivere queste righe. Ma ringrazio soprattutto Jimmy e
Gioia Segre, poiché vedendo loro mi è venuta la voglia di costruire una coppia di treni
da volare insieme (mi avevano rubato dall’auto un treno di 12 pezzi durante il
servizio militare, SIGH!), e li ringrazio anche per gli innumerevoli e inestimabili
consigli che hanno saputo darci. Grazie, siete forti!
Costruzione dell'aquilone:
II disegno (fig. 1) del singolo aquilone spero sia autoesplicativo.
come al solito é importante la simmetria (ovviamente
destra - sinistra), anche del drittofilo. Evitare cuciture orizzontali sulle
velature, se proprio dovete farne mettetele parallele alla spina e fatele il più lisce
possibile. E consigliabile inoltre ricoprire con un tubicino di plastica lungo circa 3 cm
la spina, in corrispondenza dell’incrocio con la traversa: questo per evitare che lo
sfregamento fra i due pezzi di fibra di vetro faccia si che gli stessi si consumino. A
metà della spina consiglio di cucire una tasca dove
far passare la spina stessa, questo per evitare che la spina si sposti dal centro della
velatura durante le virate con molto vento. Come coda io usa una striscia di rip di circa
4 cm lunga approssimativamente 12 metri.
Fig. 1
Aquiloni in treno:
Per fare un treno bisogna legare più aquiloni uno dietro all’altro con tre cavi
(paralleli fissati ai punti dove le briglie si congiungono al telaio, interponendo tra un
aquilone e il successivo una distanza costante di almeno una apertura alare o leggermente
di più. Ripeto fondamentale è che le lunghezze siano costanti sui tre cavi. lo ho usato
un unico cavo di dacron da pesca da 130 libbre, legato ad ogni singolo aquilone con un
nodo piano (o barcaiolo), questo nodo presenta il problema che all’inizio, se non è
ben serrato, tende a allentarsi e lasciare spostare l’aquilone. Si può fare un treno
modulare usando il metodo delle cappioline (leggi più avanti)
sulle briglie.
Attenzione! Se decidete per un unico cavo e il nodo piano, non ripetete l’errore da
me commesso: un treno lo ho legato da solo, usando un bastone per segnare sul filo la
distanza e poi legando (sbagliato); per un altro invece mi sano fatto assistere da un
amico, senza segnare il filo, la misura veniva verificata al momento della stretta del
nodo (corretta).
E’ inutile dire che metodo sbagliato ha prodotto un treno quasi inguidabile, con gli
aquiloni da metà treno in su che facevano ciò che volevano e che instauravano una
oscillazione dopo ogni virata. con il risultato che ho dovuto ripetere l’operazione
di distanziatura col secondo metodo.
Le briglie: per una buona manovrabilità più corte sono meglio è. Se pero gli
aquiloni sono parecchi, sopra i 5 e si vola con un vento discreto, le briglie corte
tendono a deformare il primo aquilone, con una resa dello stesso mediocre e con un pessimo
effetto estetico. Una soluzione è quella di rinforzarne il telaio (sezione maggiore), ma la migliore é
quella di costruire un triangolo da interporre fra le briglie e il primo aquilone del
treno. (fig. 2)
Fig. 2
Preparare delle stecche di legno o di compositi, leggermente più corte della distanza
dei punti di briglia (dove le briglie si legano all’aquilone). Queste stecche
vanno connesse per formare un triangolo con dei tubicini di plastica telata lunghi
circa 7 cm, forati al centro per far passare le due cappioline fatte con circa 20 cm di
cordino. Un’altra cappiolina uguale va legata all’aquilone e tramite una bocca
di lupo si connette il triangolo al primo aquilone. II triangolo deve essere legato a
circa 10 cm dal primo aquilone, parallelo alla sua velatura, dalla parte del vento.
(Fig.3)
Fig.3
Le briglie si attaccano al triangolo sempre col metodo delle cappioline. Per rendere la
briglia regolabile si usa solito anellino di alluminio fissato con una bocca di lupo in
modo che possa scorrere. La lunghezza totale della briglia deve essere tale che appoggiata
sull’aquilone e allargata verso al punta d’ala, superi di pochi cm
all’incirca la larghezza. La posizione dell’anellino sulla briglia va trovata
sperimentalmente a seconda dei gusti più o meno scattante e della velocità del
vento. Una volta raggiunta una posizione soddisfacente si fa un segno col pennarello:
quando si vorrà variare la briglia magari per adattarsi a particolari condizioni di
vento, sarà cosi possibile tornare sempre a questo punto.
Un accorgimento da attuare sui treni lunghi (dagli 8 aquiloni in su) è il seguente: il
cavo che lega gli aquiloni, date le alte trazioni in gioco deve essere robusto e
ovviamente inestensibile, dacron o kevlar, attenzione alle estensioni permanenti
dello spectra nuovo! ma sugli ultimi aquiloni, quelli dalla parte opposta alle briglie,
consiglio un cavo di sezione la più ridotta possibile, questo perché l’ultimo
aquilone, nelle figure deve sempre percorrere più strada dei primi, e può trovarsi in
ritardo. Per aumentare la sua velocità allora va diminuita la sua resistenza al vento. Al
limite si può pensare di applicare code di sezione minore. Altro accorgimento è quello
di utilizzare per la spina degli ultimi due aquiloni del ramino del 6 opportunamente
arcuato, come si fa nei combattenti, anche qui per migliorare l’efficienza. Questi
comunque sono tutti trucchi che si possono sperimentare successivamente e affinare con
l’esperienza.
Consigli per il volo del treno:
Per il volo è indispensabile avere due picchetti per ogni treno, altrimenti passerete
più tempo a districare grovigli di code, fili e aquiloni che a volare (ma le prime volte
è normale che sia così, armatevi quindi di molta pazienza). picchetti devono essere
provvisti di un fiocco di rip colorato per essere visti da lontano. e di un cordino
con moschettone per essere trasportati alla cintura. E’ meglio comunque non
abbandonarli conficcati nel prato quando si vola, primo potreste inciamparvi mentre siete
col naso all’insù e secondo si rischia di non averli a portata di mano nel
momento del bisogno. Questi accorgimenti ci permetteranno di operare da soli, cosa
fondamentale se si vuole volare in team: ognuno deve essere in grado di decollare
autonomamente, perché gli altri possono essere impegnati nel volo.
Si parte conficcando un picchetto nel punto da dove si vuole volare. Vi si agganciano le
maniglie, skyclaw, polsini o yo yo che siano, si srotolano i fili nella direzione del
bordo vento. Si attacca poi il treno ai cavi srotolati, appoggiando gli aquiloni a terra
con la punta rivolta a terra sempre verso bordo vento. In questo modo l’aquilone
risulta bloccato a terra dal vento.
Si procede ora a sciogliere le code che si sono in precedenza raccolte con fa solita
catenella (si parte sempre nel farla dall’aquilone verso la fine delle code).
Liberate le code dai grovigli, si stendono gli aquiloni dal primo verso
l’ultimo proseguendo la ineaa ideale dei cavi, avendo cura di tenere sempre ben teso
il treno e con le punte sempre rivolte a terra (altrimenti parte da solo), Terminato la
’posa’ se si decide di prendersi una pausa di riflessione va picchettato a
terra, col secondo picchetto, l’ultimo aquilone. Questa operazione conviene farla
tutte le volte che si vuole lasciare a terra il treno pronto per il volo.
Per partire bisogna liberare dai picchetto l’ultimo aquilone, si prendono poi le
maniglie e si strattona con decisione la maniglia legata alla briglia più lontana da
terra, in questo modo il treno prende il volo con una secca virata. Per facilitare
il riconoscimento dei cavi, e buona norma colorarne di rosso le estremità di uno dei due
e collegarlo sempre alla briglia destra, è possibile così decollare anche con i cavi
attorcigliati (entro certi limiti!).
Quando si vuole atterrare portarsi sempre verso il bordo vento e picchiare
delicatamente, "appoggiare" il treno a terra posizionato come per il decollo,
cioè con la punta verso il terreno. Ricordarsi di fissare sempre l’ultimo aquilone
con un picchetto se non si riparte subito o non si vuole richiudere il tutto...
Ovviamente è sempre possibile decollare con l’ausilio di un aiutante, e questo è
consigliabile se si e alle prime armi. L’aiutante allora afferrerà saldamente
l’ultimo aquilone per i punti di briglia superiori (quelli sulla traversa),
posizionerà l’aquilone con la punta rivolta verso l’alto sempre tenendo bene in
trazione tutto il treno che seguirà di conseguenza l’ultimo elemento che egli
ha afferrato, ad un vostra cenno lascerà il treno che cosi si innalzerà in cielo.
Un inconveniente che può capitare
con un treno lungo provvisto di lunghe code è che durante una virata particolarmente
stretta te code rimangano impigliate agli aquiloni. Fate molta attenzione quindi a non
fare loop troppo stretti! Se vi dovesse succedere di ’mangiarvi’ le code tutto
dipende dalla gravità dell’inconveniente,
a volte solo poche code e per un breve tratto rimangono impigliate e andando al bordo
superiore del vento e strattonando entrambe cavi si può riuscire a districarle. Altre
volte invece l’inconveniente è ben più grave
e il treno diviene inguidabile, è imperativo allora atterrare prima possibile e seguire i
consigli esposti per la partenza: picchettare le maniglie e bloccare ii treno prima che
cominci ad aggrovigliarsi sempre di più. Con tanta pazienza poi, e magari con
l’aiuto di qualcuno, sciogliete il groviglio.
Mi raccomando, costruite tanti treni come i miei, cosi potremo volare assieme ai
prossimi raduni, come abbiamo fatto a Cagli il 30 luglio e 1 agosto con i Segre e Vulandra
dove abbiamo volato con ben 9 treni contemporaneamente!
Buon vento!
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